Da lunedì 26 aprile 2021 con l’entrata in vigore del cosiddetto “Decreto Riaperture” – e il contestuale passaggio di diverse regioni in zona gialla * – andare in bicicletta è diventato ancora più semplice per i ciclisti e i cicloamatori.
Se già con i decreti precedenti era prevista la possibilità di praticare il ciclismo anche in zona rossa o arancione, a patto che l’attività avesse inizio e fine coincidenti con la propria abitazione, con la zona gialla viene meno anche questo limite. Diventa quindi possibile:
- partire da casa e fare tappa (o arrivare) da qualche altra parte
- caricare la bicicletta sulla macchina, avvicinarsi al luogo in cui si vuole fare una pedalata, sbarcare la bicicletta e godersi la passeggiata / allenamento
Restano comunque confermate le indicazioni di comportamento per i ciclisti in pandemia che sono state introdotte già da qualche mese, ossia:
- è possibile pedalare senza indossare la mascherina
- la distanza minima tra le persone deve essere di 2 metri (quindi tecnicamente mettersi in scia potrebbe non essere consentito e/o essere sanzionato)
- è necessario rispettare il coprifuoco dalle ore 22 alle 5 del mattino
Per quanto riguarda le gare di ciclismo, sono consentite solo quelle ritenute “di preminente interesse nazionale”: l’elenco – in continuo aggiornamento – è disponibile sul sito della FCI.
Quindi, ricapitolando:
con il Decreto Riaperture in vigore dal 26 aprile 2021 si può andare in bicicletta, fermo restando il rispetto degli orari del coprifuoco (22-5); è possibile non indossare la mascherina, ma bisogna rispettare le distanze di sicurezza.
In zona gialla si può andare dappertutto o anche portare la bici in macchina per partire da dove si arriva, nelle zone arancioni e rosse è consentito coprire dei percorsi che abbiano come tappa di partenza e arrivo esclusivamente la propria abitazione.
Ma anche questo è un modo per scoprire percorsi vicini e magari a lungo sottovalutati, che però hanno del potenziale.
* elenco delle regioni in zona gialla dal 26 aprile 2021 fino a nuova disposizione (del Ministero della Salute): Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto e alle province autonome di Bolzano e di Trento