Guadagni marginali: da Sky nel ciclismo al business d’azienda, ecco la teoria della massima ottimizzazione!
Al Giro d’Italia 2016 siamo rimasti tutti esterrefatti dai miglioramenti di Mikel Landa a cronometro: uno scalatore che contro il tempo ha sempre preso la paga, e di brutto, ha perso solo 7″ da Vincenzo Nibali (che cronoman non è, ma insomma..) infliggendo addirittura 4″ di ritardo ad Alejandro Valverde, campione spagnolo emerito della specialità.
Ok che la crono era vallonata e si è corsa sotto la pioggia, il che ha reso le capacità di guida della bicicletta indispensabili per andare forte, ma il risultato di Landa non si può spiegare se non con la teoria dei guadagni marginali del team Sky, di cui il general manager Dave Brailsford è una sorta di “ideologo”.
In cosa consiste la teoria del guadagno marginale?
Per farla semplice e breve, l’idea è che se si riesce a migliorare anche solo di un 1% tutto quello che si fa, la somma di queste piccole ottimizzazioni porta a un grande guadagno.
E’ così che
nel team Sky si è cominciato a ottimizzare un po’ tutto quello che gira intorno ai ciclisti: l’alimentazione, i loro programmi di allenamento, l’ergonomicità della seduta in sella, il peso delle gomme eccetera.
Ma la teoria del guadagno marginale è stata applicata anche a cose che all’apparenza non c’entrano granché con l’essere ciclista: sono andati a cercare, ad esempio, il cuscino più comodo per riposare, o il miglior gel per i massaggi. Ancora, due aspetti che hanno incuriosito tanti sono l’attenzione quasi maniacale per la prevenzione delle infezioni, che vuol dire lavarsi sempre scrupolosamente le mani prima di mangiare (anche se questo in corsa non è possibile) o dare un intero motorhome a disposizione del capitano in occasione dei Grandi Giri, per fare in modo che viva in un ambiente il più possibile isolato rispetto al mondo esterno, alle sue distrazioni e ai suoi rischi (di infezioni).
Addirittura, negli ultimi mesi il team Sky ha introdotto prodotti da agricoltura biodinamica nel menù dei propri atleti: ortaggi piantati e raccolti in base alle fasi lunari ( :O ), ad esempio, o carne di animali allevati in un ambiente completamente naturale, costituiscono parte integrante della dieta.
Dave Brailsford era convinto che l’applicazione della teoria dei guadagni marginali avrebbe portato il team Sky a vincere un Tour de France entro 5 anni; si sbagliò, perché il successo di Bradley Wiggins arrivò dopo sole tre stagioni, e solo un anno più tardi toccò a Chris Froome bissare.
Certo: scegliere di adottare questo approccio costringe a fare una vita quasi da asceta, più che da atleta, ma i risultati sembrano arrivare (fpc); per contro, è capitato in più occasioni che i ciclisti “bionici” di Sky siano andati in crisi, come Wiggins al Giro 2013, Froome al Tour un anno più tardi e Porte e Landa negli ultimi due Giri d’Italia.
Segno che forse, sotto qualche punto di vista, anche questo nuovo approccio ha bisogno di qualche genere di correttivo.
Il guadagno marginale nel business e nel quotidiano
Il concetto di guadagno marginale ha avuto un impatto nel ciclismo, come abbiamo visto, ma ha dimostrato di funzionare anche in altri sport (ancora una volta, fpc) così come può averne nella vita di tutti i giorni, di tutti noi.
La teoria è semplice:
ogni debolezza non deve generare panico, ma può essere trasformata in opportunità per creare un adattamento e ottenere – appunto – un guadagno marginale.
Applicato alla medicina, questo approccio – che è stato adottato da un ospedale di Seattle, il Virginia Mason – ha portato a incoraggiare lo staff a evidenziare le ragioni di criticità; in questo modo, la direzione è venuta a conoscenza di dove fosse più opportuno intervenire con piccoli correttivi che hanno portato grandi miglioramenti, come la creazione di un sistema che aiuta a riconoscere più facilmente i medicinali per evitare di somministrare quelli sbagliati oppure l’introduzione di una frase, accanto al colore dei braccialetti dei pazienti, per dare modo anche ai daltonici di riconoscere al volo la patologia di ogni persona.
Anche Google ha sviluppato un sistema basato sulla teoria del guadagno marginale, che gli ha permesso di scoprire come una piccola variazione nel colore dei link nei risultati del motore di ricerca fosse in grado di aumentare i click, e quindi il giro d’affari: basta una tonalità per muovere (o meno) 200 milioni di dollari!
Lo stesso discorso si può applicare alla scuola, e ai bambini: se si riesce a insegnare loro che gli errori non sono un fallimento ma una buona base di partenza per migliorare, anziché aver paura di alzare la mano quando l’insegnante fa una domanda (per il timore che una risposta sbagliata possa trasformarsi in un fallimento) saranno portati a “buttarsi”, diventando più fiduciosi e resilienti.