Incidente tra bici e auto: chi ha ragione?
- andare in contromano
- fare inversione a U
- passare con il rosso
- non usare la pista ciclabile (quando c’è)
- andare in giro senza giubbino catarifrangente e luci – mezz’ora dopo il tramonto o prima dell’alba
Quante volte lo abbiamo fatto, andando in bicicletta?
Se, nonostante questi comportamenti, non abbiamo mai preso una multa, è solo perché ci è andata bene: il Codice della Strada infatti è piuttosto chiaro con i ciclisti su tutti questi punti (e altri), e la cosa ha evidenti ripercussioni anche in caso di incidente tra una bici e un veicolo a motore.
Tanti automobilisti credono che se toccano – accidentalmente, e speriamo senza gravi conseguenze – un ciclista hanno sempre torto, ma in realtà non è così: ai fini del rimborso assicurativo, infatti, è importante dimostrare che il ciclista abbia rispettato il Codice della Strada, altrimenti le cose si complicano e anche chi pedala diventa passibile di contravvenzione – e concorre al rimborso dei danni.
Il discorso vale soprattutto nei casi in cui la dinamica del sinistro non è chiara e non si riescono a distinguere le responsabilità: in quelle situazioni si applica il concorso di colpa proprio come succede tra automobili, perché così ha stabilito una recente sentenza del Tribunale di Lucca.
Senza constatazione amichevole tra le parti coinvolte o qualora non si trovi un accordo sulla dinamica, quindi, ognuno dei due conducenti (sia l’automobilista che il ciclista) è chiamato a concorrere al pagamento dei danni; il che vuol dire anche che se un ciclista non riesce a dimostrare di avere ragione e di aver rispettato le regole del Codice della Strada si prende solo la metà dell’indennizzo.
A noi sembra una regola che per l’ennesima volta penalizza il più debole tra gli utenti della strada (anche se noi ciclisti, va detto, non sempre siamo esenti da colpe).
Tu che ne pensi?